E chiude la comunicazione raccontando di una mamma che dice che la sua bambina di quattro anni, allo svelamento della verità, le ha risposto che sapeva benissimo che Babbo Natale era lei… (Lei eh, non anche il papà).
Le favole e i personaggi fantastici servono non tanto alla realtà materiale, ma alla realtà psichica. Cioè servono a qualcosa a cui ci stiamo disabituando.
Non ho voluto segnalare specificamente il post per non fargli pubblicità, visto che dovrebbe trattarsi di due genitori che girano il mondo, con i figli al seguito, praticano la homeschooling e danno consigli agli altri genitori, senza avere, mi pare, le competenze per poterlo fare (e se le avessero sulla carta, ancora peggio), ma con un discreto seguito. Quel post, tanto per dire, è stato scritto da Bali.
Gentile dottoressa, sono una mamma e una psicoterapeuta. Lei è a favore del metodo Montessori, mi sembra di capire… Potrebbe scrivere cosa pensa riguardo a questo metodo? Quali sono i pro e se ve ne sono i contro? Scusi se approfitto della sua gentilezza. Mi interessa la sua opinione. Grazie mille
Risposta dott.ssa Pigozzi:
Replica:
Grazie per la risposta. Stiamo valutando la scuola dell’infanzia per il nostro primo bambino e sto cercando di capire meglio… Ho trovato molti spunti interessanti e positivi, temo un po’ una certa rigidità, eccessiva distanza relazionale tra insegnanti e bambini (piccoli), e non ho trovato riferimenti alla dimensione gruppale (attività di gruppo) anche se presente la collaborazione e l’accompagnamento tra bambini più grandi e quelli più piccoli. Temo anche possa essere una stimolazione intellettuale eccessiva ma forse mi sbaglio, per questo ho chiesto a chi ne sa di più
Risposta alla replica:
a stimolazione intellettuale non è mai eccessiva in un bambino se viene dal un “terzo”. Il gruppo dovrebbe essere sempre al centro in un Metodo Montessori.
Ai miei figli insegnerò la magia. Non mi importa nulla di questo mondo di cinici infelici.Risposta della dott.ssa Pigozzi:
È come cambiare il finale delle fiabe per non turbarli. In realtà gli si toglie la possibilità di approcciare alla morte, o alla cattiveria, senza doverla vivere in prima persona
Concordo completamente e ne parlo spesso di questa moda mortifera per la psiche dei bambini, in libri e conferenze (l’ultima per Bookcity con Giovanna Zoboli di Topipittori)