C’è uno spettacolo teatrale, scritto interpretato da Diego Dalla Palma, su sua madre, bella signora montanara che si metteva il rossetto sempre, anche per andare a mungere le vacche, anche per uscire di notte. La capisco, faccio uguale, anche se non ho le vacche.
Aveva messo suo figlio in collegio a Vicenza, ma lui non studiava e andava in giro con gli amici. Viene chiamata dal preside, lui si affaccia sull’uscio e fa entrare la bella signora, ma da sola, lasciando fuori il figlio. Dopo mezz’ora la madre esce: senza rossetto, visibilmente turbata e con il tailleur fuori posto. Il figlio non lo espulsero più.
Mi è venuta un pensiero: che il figlio abbia poi messo il rossetto alle donne, per riparare la madre?
Oggi con le mie amiche, mentre passeggiavamo tra le colline del lago, ho fatto lo stesso esercizio che ha fatto l’articolista: ho chiesto alle cinque amiche cosa avrebbero fatto loro. Nessuna avrebbe fatto la stessa cosa. Avrebbero cambiato la scuola il figlio, gli avrebbero fatto ripetere l’anno, l’avrebbero responsabilizzato sulle sue pecche. Nessuna tra le mie amiche, come invece avrebbero fatto le amiche del giornalista, avrebbe fatto la stessa cosa della madre di Diego Dalla Palma. E sono tutte donne che amano profondamente i loro figli, riusciti nella vita, ognuno avendo affrontato le proprie difficoltà e frustrazioni.
Inoltre, non si trattó di salvare la vita a un figlio, ma solo di salvargli la carriera scolastica. Cosa avrà pensato il ragazzo? Che senza gesti di questo tipo non si poteva procedere nella vita? Ha creduto che senza quel “sacrificio” lui non ce l’avrebbe mai fatta?
Questa è la storia e questo è il debito di quel figlio, che evidentemente dura ancora.
Grazie alla collega Isabella Donato che mi ha segnalato l’articolo.