Non è che perché attaccata dalla Meloni adesso la Ferragni ci diventa una “femminista ricca e capofamiglia che dà fastidio”, come titola oggi La Stampa. Resta una influencer feroce, portatrice di un ego per niente femminista ed esponente della parte più viscerale del capitalismo moderno che usa tutto, anche i figli, per la promozione del suo marchio egotico (e non parliamo di “azienda”, luogo in cui si dovrebbero produrre beni comuni e non devastare la comunità -soprattutto delle giovani- di spazzatura mentale).
E per di più, in linea col suo narcisistico uso dei figli e col suo funzionamento capitalistico intimo e strutturale, è una maniacale plusmadre che fa danni sulle giovani madri meno esperte di meccanismi psicosociali.
E quindi, no, la Ferragni non è di sinistra e non lo sarà intrinsecamente mai, qualunque cosa voti. Che non si prenda a prestito la sua notorietà per un ulteriore e miope inciampo politico!