La Corte europea dei diritti umani ha condannato una coppia in Germania che si era rifiutata di mandare i figli a scuola e che praticava la homeschooling, cioè la scuola fatta dai genitori. Questa pratica non è ammessa in Germania ma è consentita nel paese d’origine della coppia, gli Stati Uniti, anche perché allevia il disagio delle grandi distanze casa- scuola, presenti in molte aree del paese. Le autorità tedesche hanno giudicato che i ragazzi non erano sufficientemente istruiti e socializzati, vivevano isolati in famiglia, senza contatti col mondo.
E’ innegabile che bambini e i ragazzi hanno bisogno di crescere e studiare coi loro pari. La homeschooling è una pratica contro la polis e il collettivo. Se non ci sono motivi stringenti, praticarla non aiuta a dialogare con le differenze che gli altri sono. Impedisce cioè di sviluppare la competenza più importante per la sopravvivenza, non solo mentale e psichica, dei nostri discendenti: il saperci fare con le differenze. Questi genitori (#plusmaterno) si comportano come se potessero occupare anche tutto il futuro dei loro figli. Invece c’è un dopo-di-loro: si chiama mondo e inizia, al più tardi, ai sei mesi di vita del bambino.
lp
Per la lettura della storia:
https://m.dw.com/en/european-court-rules-against-german-homeschooling-family/a-47021333