Lo scrivevo nel 2013:
“Non è senza interesse sottolineare che, sul piano sociale, è precisamente l’ipervalutazione del legame di sangue che fa scudo contro il riconoscimento dei bambini figli di stranieri, ma nati in Italia. Lo ius soli, il diritto che proviene dal suolo natio, è riconoscimento simbolico, non di sangue: a questi figli di stranieri che crescono nelle nostre scuole, pensano secondo le forme della nostra cultura, studiano Dante e hanno un immaginario simile a quello dei nostri figli, al compimento del diciottesimo anno viene detto che non sono automaticamente italiani perché non lo sono per sangue, benché lo siano pienamente per cultura. Se vogliono diventarlo a tutti gli effetti, devono richiederlo con una complessa procedura .
Esaltare il sangue intralcia il riconoscimento del senso culturale della famiglia.”
Mio figlio mi adora p. 14
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