Finalmente ho visto Oppenheimer di Christopher Nolan con il suo stile fantasmagorico, questa volta meno ridondante che in Inception perché più aderente al tema… esplosivo. Le leggi che in quell’epoca si stavano scoprendo, oltre lo schermo della materia, potevano effettivamente prendere la forma onirica del delirio. Ciò che lega la fisica quantistica alla relatività e le contraddizioni tra le due teorie, che però coesistono, é uno dei temi del film. Qui in foto una scena clou che ritrae Oppenheimer con Einstein mentre discutono di…(no spoiler).
Molti i temi toccati da Nolan: il funzionamento psichico dello scopritore, dell’inventore, la sua difficoltà nel sostenere una scienza davvero democratica, la sua ingenuità politica, il maschilismo del tempo (nell’unità segreta del progetto bomba, impiegavano le loro mogli scienziate come segretarie), e sopra tutti i temi, il complicato rapporto tra scienza e politica, che l’atomica offre per così dire su un vassoio d’argento. La frase di Truman di fronte alle inquietudini etiche di Oppenheimer – “poco importa chi ha concepito il dispositivo, la responsabilità riposa sulle spalle di chi ha osato servirsene” – non solleva lo scienziato che, per sua natura, si considera indipendente (altrimenti non potrebbe pensare). Limitandone il narcisismo, perché non è lui il padrone del processo, lo fa sentire nel contempo asservito al potere.
Come dire meglio che potere e scienza sono obbligati a un matrimonio tempestoso?
Ps. nella prima parte del film i notevolissimi dialoghi, soprattutto con le donne, segnano il ritorno di una scheggiatura coi fiocchi.
[Il tema scienza e politica me ne fa venire in mente un altro, quello degli embrioni artificiali umani di 14 gg creati in lab (ma avrebbero potuto proseguire lo sviluppo) di cui però parleremo in un altro post. ]