Quanti e quante non si sposano veramente ma tengono la mano ben salda alla madre, al padre, insomma alla famiglia precedente?
Quante e quanti ancora ci toccherà sentir dire “la mia famiglia” intendendo quella che si sarebbe dovuta lasciare per formarne una nuova?
Quanto il discorso dominante nell’idea di famiglia contempla solo quella tradizionale, impedendo di fatto un’intimo distacco da quella di origine a chi ne forma una differente, che sia ricostituita o omosessuale o fatta da un gruppo stabile di single adulti? Queste ultime, indichiamole come famiglie per scelta, producono legami molto intensi, gioie e drammi simili, sensi di abbandono o di accettazione che troviamo in tutti i gruppi famigliari. Il sangue non è il collante di una famiglia – e i delitti famigliari stanno lì a ricordarlo. Ma del gruppo sembra che non possiamo fare a meno: ad oggi, pur con tutti i limiti, esso sembra la più ambita invenzione di legame umano.
E non c’è sempre bisogno del sangue.
In ogni senso.