E’ un libro che ci fa ascoltare un uomo che non aveva mai parlato prima. Agli uomini spesso accade. A un certo punto però devono “dire tutto”. Il dire-tutto è proprio del femminile, la parola è femmina, le bambine hanno la lingua ben “pendue”, come dice la psicoanalista Françoise Dolto, cioè la lingua lunga. Le bambine spesso si sentono apostrofare così.  Ma i ragazzi meno, gli uomini poco, alcuni passano accanto alla vita nel mutismo sulle cose vere. A un certo punto però bisogna parlare, magari da vecchi, magari all’ultima soglia della vita. Magari davanti a un bicchiere, anzi a cinque bicchieri, di birra stout o di diversi tipi di whiskey irlandese, ciascuno per salutare una persona diversa. A ognuno il suo gusto, come ognuno ha un diverso gusto della vita.
Un libro potente, come ogni volta che un uomo parla se prima  si è espresso in altri modi, magari più schivi, forse più ombrosi. Conosco alcuni “orsi” dal cuore pieno.

L’autrice incontrò davvero questo uomo sconosciuto in un bar

E’ il suo primo romanzo. E’ nata nel 1969. Prima aveva scritto racconti.
Prima era una libraia. E’ anche simpatica.