Tutto un articolo dedicato dalla giornalista alle peripezie del giovane tra boschi, lupi e cinghiali e 40 ore senza mangiare (poverino!)
Solo due righe per dire che aveva ammazzato il padre e l’amico che li ospitava in vacanza (anche io sto ospitando amici in vacanza con una figlia 25enne….brrrr).
Nell’articolo del Corriere non una parola di cordoglio per i due uomini, neppure un accenno alle motivazioni. Sappiamo solo che il padre era medico. Un po’ poco per ipotizzare il perché della sua eliminazione.
Naturalmente la madre prontamente dichiara che non lascerà solo il figlio…
Come sempre più spesso nei romanzi, anche negli articoli sui delitti nessun accenno (o pochissimi e ridicoli) ad ipotesi psicologiche per il gesto. Nessuna voglia di capire. Nessun pensiero. Nessuna ipotesi. Solo fatti: ma per questo basta l’Ansa, perché comprare un giornale?
La furia che ci ha preso nel credere come ciechi a fatti e dati ci sta assuefando a non pensare. Non ci si chiede più il perché delle cose che accadono, dobbiamo solo osservarle e descriverle come se la neutralità esistesse davvero, in un oscuro e pericoloso intreccio tra il politicamente corretto e un falso scientismo descrittivo.
Rimpiango l’epoca del coraggio delle ipotesi sui moventi. Anche quelle rivelatesi poi sbagliate. Le false piste sono importanti per trovare poi qualcosa di utile. In ogni campo, dalle scienze matematiche e fisiche a quelle dell’inconscio.