Frutto proibito.
Proviamo ad andare un po’ più in là della denuncia manipolatoria ai pubblicitari.
Io ci ho visto anche altro in questo spot.
Ci ho visto la storia di una bambina con una grande nostalgia di padre, con un desiderio che non riesce a dire né a sostenere in proprio e che è costretta ad attribuire a un altro, in questo caso alla madre.
(Quante volte i bambini dicono a un bambino amato che é amato da un terzo bambino per poter parlare d’amore all’amato senza esporsi?)
I bambini amano avere tanti adulti intorno perché sanno di essere ancora insufficienti alla vita. Noi, coi nostri assi culturali, e i nostri sensi di colpa, vi lèggiamo spesso solo il bisogno di riunione della sacra famiglia.
Ricordate che la pesca è rubata dalla borsa della spesa della mamma. Rubata per il padre.
Insomma, il punto di verità dello spot è, a mio parere, la storia sentimentale, spesso proibita nelle separazioni, tra la bambina e il padre.
Un padre che i bambini vedono poco perché da noi l’alternanza nella cura non è una opzione (che invece funziona in altri paesi europei).
Poi, si sa, nessuna comunicazione passa se non si mette al centro la madre, che qui sembra ancora amata dal padre e che, in questo caso, molto prosaicamente, è anche la cliente del committente dello spot.