Un gentile lettore mi informa di uno studio sull’iperprotezione genitoriale comparso sul Journal of Affective Disorders, nel 21,
a proposito dell’iperprotezione parentale.
Il maltrattamento infantile, in tutte le sue forme (ipo e iper protezione, minusmaterno o plusmaterno), è ampiamente dimostrato come “il più potente predittore della gravità dei sintomi e della prognosi negativa per quasi tutti i disturbi psichiatrici e affettivi…Il presente studio contribuisce a gettare nuova luce sul ruolo dell’iperprotezione genitoriale come fattore di rischio per lo sviluppo della vulnerabilità affettiva e fornisce un ulteriore supporto all’ipotesi autorevolmente proposta da Bowlby (1977), che concepisce la genitorialità disfunzionale non solo come mancata prestazione di cure, ma anche come eccessiva iperprotezione o controllo.”
Sono contenta che si ricordi Bowlby in questo modo corretto, e non solo, come solitamente si fa, in una malcompresa teoria dell’attaccamento che sembrerebbe, erroneamente, sdoganare la simbiosi a oltranza.
In questo studio, la vulnerabilità affettiva è stata analizzata combinando ansia, depressione e quell’alessitimia di cui ho parlato in Amori tossici, perchè gli amori tossici non sono solo con il partner ma a, a monte, con i genitori.
Grazie a @benedettofarina, per confermare, con il suo studio, ciò di cui ho evidenza clinica da tempo e che ho riportato, con molti casi clinici, sui libri che scrivo fin dal 2013.
Qui sotto un articolo che Paolo Di Stefano sul Corriere ha voluto dedicare a un libro che ho scritto sul plusmaterno.
Qui invece il link all’articolo del Journal of Affective Disorders: