Dottoressa, la prego, faccia un post su questo!
Ecco le parole della 25enne al cui compleanno i genitori hanno regalato un viaggio… ma con loro!
Se vogliamo trovare un esempio per i “doni” del plusmaterno – che hanno una bella confezione ma il cui nucleo è un egoismo odioso e problematico – non saprei come meglio dirne il meccanismo se non con la metafora dei classici, e intramontabili, regali avvelenati.
Che per di più lasciano chi li riceve colmo (in questo caso colma) di sensi di colpa per non riuscire a gioire di un tale “tenero” – che bello, tutti insieme! – e piuttosto costoso pensiero.
L’essere sotto ricatto emotivo si chiama manipolazione.
Ah, dunque per quelli che invece sono contenti di andarci in vacanza, hanno coniato un acronimo: li chiamano Trippers (travelling in parents’pockets eroding retirement savings, cioè viaggiare nelle tasche dei genitori erodendo i loro risparmi pensionistici). Chissà se hanno forse un carsico bisogno di spolpare economicamente chi prima li ha spolpati emotivamente.
Solo che non è la soluzione.
Farsi una vacanza ogni tanto coi figli cresciutelli sono faccende personali. Ma REGALARE ai figli un viaggio con NOI al loro compleanno significa altro. A un certo punto finisce l’ epoca in cui siamo un dono per loro (e se a una certa età non è finita, interroghiamoci) e diventiamo piuttosto un ingombro alla cui presenza  accondiscendono, per botta, per comodità o per abitudine alle nostre decisioni. Riusciamo a fare questo lutto essenziale alla vita? Alla loro vita.